Gialle, blu e rosse nel rispetto dei colori aziendali, con un design che strizza l’occhio alle tendenze sportswear degli ultimi anni e un costo piccolo di circa 13€. Le scarpe Lidl, protagoniste indiscusse delle vendite di questi giorni, si presentano così.
La domanda che impazza sul web risuona all’unisono sotto il ritmo del “come è possibile?”
Effettivamente, possono bastare solo queste caratteristiche a fare di un semplice paio di sneakers l’oggetto del desiderio comune? La risposta naturalmente è no e come spesso accade nel mondo del retail affonda le sue radici nel terreno fertile del marketing.
Sebbene Lidl si presenti di fatto come un love brand (ossia una brand in grado di fidelizzare i propri clienti), non era scontato che una brand extension che sconfinasse nel no food riuscisse ad andare a segno. Parliamoci chiaro, eccetto il costo veramente competitivo, i presupposti sopratutto in termini di design non erano dei migliori. Eppure i marketers dietro la catena di origine tedesca sono riusciti nell'impossibile e forse anche in qualcosa in più.
Alla base del successo di queste sneakers, sold out in tutti i 660 punti vendita italiani e reduci di quello già ottenuto mesi fa nel nord Europa, giace indisturbato il protagonista indiscusso di questa fruttuosa strategia, ossia il principio di scarsità. Per far capire meglio anche ai non addetti, non si tratta di niente di più di quanto fatto lo scorso anno da Ferrero con i Nutella Biscuits, che ricorderemo per gli scaffali vuoti e la moderata lentezza del riassortimento. Nel caso Lidl, infatti, il primo step soddisfatto in termini di marketing è proprio quello della scarsity: pochi pezzi disponibili in tutti i punti vendita, a buon prezzo e senza limite di acquisto per persona.
A questo aspetto va a sommarsi una strategia ben più comune che invece coinvolge il mondo dei social network e dei suoi creators: i più attenti ricorderanno, infatti, le storie di questa estate di Fedez con i calzini brandizzati Lidl mentre quelli più giovani sicuramente non si saranno persi i cambi outfit su TikTok che vedevano al centro del look proprio i capi della catena.
Vien da sé capire che la ricetta che ne viene fuori è perfettamente dosata: basta diminuire il numero di produzione, aggiungere la promozione con influencers, creare contenuti sui propri canali che ne rimarchino il desiderio collettivo ed aggiungere un pizzico di annunci sulle piattaforma di vendita online che vendono a rialzo… et voilà la strategia è servita!
La conseguenza è quella che stiamo vivendo tutti ossia un hype fuori controllo con contenuti virali che spopolano di pagina in pagina, di piattaforma e piattaforma. Tutti conoscono le sneakers marchiate Lidl, tutti ne parlano e i più fortunati (ossia coloro che si sono messi in fila per accaparrarsele) ora si concedono una foto indossandole, entrando così da protagonisti nel trend del momento, mentre i più furbi tentano la rivendita a cifre esorbitanti, rendendole un bene d’investimento. Certo è che da questa strategia tutti ne stanno beneficiando, anche solo cavalcando la semplice notizia a suon di newsjacking.
E’ il marketing bellezza!
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Lidia Passarelli | direttore creativo
alcuni esempi di newsjacking
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