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Immagine del redattoreWeb Social Agency

Rebranding: una nuova possibilità?


Il Rebranding è una storia seria. Parola di direttore creativo.

Chi cura l’immagine di un brand sa bene quanta importanza possa rivestire l’identità con cui un marchio si affaccia al pubblico e sa soprattutto quanto possa essere difficile restituire una nuova immagine a chi di quel marchio ne ha sposato ogni sua parte, come uno stile di vita identificativo e strettamente legato all’universo estetico di cui si fa portavoce.


CELINE HEDI SLIMANE

Basti pensare allo Tsunami mediatico che sta travolgendo in questi giorni la campagna di lancio della nuova era di Céline, sotto la direzione creativa di Hedi Slimane, che per sottrazione in poco tempo ha alleggerito da una parte il logo dell’accento recuperando il font che aveva caratterizzato la maison negli anni sessanta e dall’altra la bacheca Instagram che di colpo ha lasciato cadere nell’oblio tutto ciò che era stato pubblicato durante la direzione di Phoebe Philo per affermare a colpi di hashtag la nuova #Celinebyhedislimane.

La risposta del pubblico in poco tempo si è spaccata in due, con una maggioranza che vede prevalere il coro d’indignazione e la nostalgia nei confronti di un passato ancora non superato.

Ma allora perché valutare il rebranding?

La risposta, in verità, ce la fornisce lo stesso Slimane in una storia più o meno recente che lo ha visto come protagonista di un’ulteriore rottura stilistica nella maison fondata da Yves Saint Laurent. Anche qui, sottrazioni e semplificazioni: via il prénom Yves, via il romanticismo rivoluzionario del suo fondatore, si al minimalismo e al taglio rock. Risultato? + 27% sulle vendite.

Di fatto il rebranding di un marchio, permette potenzialmente il raggiungimento di nuovi target, prestandosi ad una rilettura contemporanea che forse dimentica il suo passato ma che inevitabilmente segue il flusso contingente dei nuovi orizzonti estetici.

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